Il nostro staff di professionisti è pronto a seguirti e supportarti in ogni fase sino al raggiungimento del Bilancio di Sostenibilità affiancandoti anche nei successivi step.
Il bilancio di sostenibilità è un documento di rendicontazione aziendale nel quale un’impresa comunica la propria performance ESG e gli eventuali progressi effettuati in ambito ambientale, sociale e di governance. E’ il risultato di una rendicontazione “non finanziaria” dei temi che hanno un impatto sulle tre declinazioni di sostenibilità: sociale, ambientale ed economico.
Perché
Scegliere “volontariamente” di integrare nei propri processi aziendali questa rendicontazione rappresenta un ulteriore onere per l’imprenditore, ma i vantaggi che ne derivano sono molteplici, come:
- individuare rischi, anche quelli finanziari, e mettere in piedi le azioni per mitigarli;
- conseguire risultati come il miglioramento dell'immagine e della reputazione dell'ente giuridico stesso;
- un maggior supporto dai propri stakeholder strategici;
- un accesso al mercato del credito e delle risorse finanziarie più agevole;
- rendere l'azienda più attraente per la forza lavoro e fidelizzare quelli che in azienda presentano le giuste competenze;
- consentire la permanenza nel proprio mercato di appartenenza. Ad oggi, infatti, il numero di imprese che seguono lo sviluppo sostenibile è in crescita ed è destinato a crescere ulteriormente. Questo aspetto, però, richiede che i principi che regolano la rendicontazione non finanziaria siano seguiti e fatti propri anche da tutta la filiera produttiva a cui si appartiene, determinando la sostituzione di tutti quei fornitori/partner che ancora non si sono adeguati in favore di chi invece ha precorso i tempi e si piazza in una posizione di favore nella filiera produttiva stessa.
Normativa
La normativa di riferimento sarà la CSRD, pubblicata in Gazzetta Ufficiale Europea a Dicembre 2022.
Timing di entrata in vigore e ambito di applicazione
01/01/2024 la direttiva interesserà le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025;
01/01/2025 verranno coinvolte anche le «grandi imprese» attualmente non soggette alla direttiva sulla rendicontazione non finanziaria ed anche se non quotate: si tratta di imprese che per due esercizi consecutivi abbiano superato due dei seguenti limiti: oltre 250 dipendenti e/o 40 Milioni di ricavi e/o 20 Milioni di attivo dello stato patrimoniale, con scadenza nel 2026;
01/01/2026 il perimetro si allarga alle PMI quotate (non si applicherà alle micro imprese anche se quotate) ed alle PMI quotate è concesso un maggior termine di un anno per la pubblicazione dei dati, con scadenza nel 2027: infatti le PMI possono scegliere di non partecipare fino al 2028;
01/01/2028 la direttiva coinvolgerà anche le imprese di paesi terzi con un fatturato superiore a 150 milioni di nell’UE e che hanno almeno una filiale (con fatturato 40 Milioni) o succursale (di grandi dimensioni o quotata) nel territorio UE.
Redazione
- per gli anni 2022 e 2023, applicando gli standards europei G.R.I., secondo la direttiva “non financial disclosure”, in vigore fino al 31/12/2023;
- per le annualità successive secondo la normativa CSRD (pubblicata in Gazzetta Ufficiale Europea, nel dicembre 2022 con efficacia dal primo gennaio 2024) applicando gli standards E.S.R.S., emanati da E.F.R.A.G..